Le opere, le strutture e i manufatti in calcestruzzo, siano esse travi, pilastri, pareti, frontalini di balconi, parapetti, solai ecc.., devono necessariamente essere sottoposti a manutenzione mediante interventi periodici programmati, perché certamente e inevitabilmente assoggettati al degrado.
Le cause del degrado del calcestruzzo possono essere molteplici e di diversa tipologia, comunque tutte indirizzate, in minore o maggiore quantità e responsabilità o con minore o maggior frequenza, a pregiudicarne la funzionalità e la durabilità complessiva.
Il deterioramento delle strutture in calcestruzzo è un fenomeno crescente e inevitabile che rende indispensabili interventi di ripristino, superficiale, corticale o profondo, per proteggere i ferri d’armatura esposti, ricostruire le parti deteriorate, sigillare le fessurazioni e proteggere le strutture dalla penetrazione di sostanze in grado di corrodere le armature in ferro.
L’entità del degrado del Calcestruzzo può essere suddivisa in quattro tipologie
Struttura in calcestruzzo con degrado superficiale leggero, che coinvolge un sottile spessore corticale di calcestruzzo senza mai compromettere i ferri d’armatura.
Nel caso in cui su un manufatto in calcestruzzo armato si riscontri un degrado corticale, come è possibile che si verifichi su opere di recente costruzione o nel caso in cui la struttura sia stata edificata a regola d’arte, sarà possibile intervenire con una protezione superficiale.
La protezione potrà essere realizzata con idonei prodotti vernicianti, protettivi, idrorepellenti (PROTECH WAC-T), al fine di evitare l’insorgere ed il procedere dei fenomeni di degrado o ancora più performante e conservativa mediante un trattamento con un’inibitore di corrosione ad impregnazione che migra verso le armature (CONSILEX NO-RUST), attratto da esse, per rivestirle internamente di una protezione anticorrosiva.
Dopo l’impregnazione la superficie potrà essere ulteriormente protetta con un trattamento idrorepellente ai silossani (CONSILEX T 1000) o sempre con prodotto verniciante, protettivo, idrorepellente (PROTECH WAC-T).
Struttura in calcestruzzo degradata solo superficialmente con possibile presenza di armature scoperte, corrose (da 1 a 15 mm di spessore da ricostruire).
Altra circostanza è quando le verifiche diagnostiche abbiano confermato su un manufatto in calcestruzzo armato l’assenza di un deterioramento profondo e la presenza del degrado è solamente limitato ad uno strato corticale di piccolo spessore (da 1 fino a 15 millimetri).
Situazioni di questo tipo si riscontrano a seguito dell’azione di cicli di gelo/disgelo non particolarmente frequenti, di debole attacco chimico, di condizioni di esercizio che comportano abrasione ed erosione, di elementi strutturali in cui alcuni ferri di armatura (staffe) risultano fin dall’inizio collocati troppo vicino alla superficie.
In questo caso il metodo di intervento più corretto consiste in una perfetta pulizia con ravvivamento delle superfici, seguita da una rasatura armata, cioè nell’applicazione di uno strato di malta bicomponente di spessore limitato (REPAR SM BIC) ad elevatissima capacità protettiva e basso modulo elastico, con interposta una rete in fibra di vetro alcali-resistente (ARMAGLASS 160) che va a creare, con piccolo spessore d’applicazione, una potente barriera protettiva superadesiva al supporto. Un’ulteriore protezione potrà essere successivamente realizzata con idonei prodotti vernicianti, protettivi, idrorepellenti (PROTEC WAC-T).
Struttura in calcestruzzo mediamente degradata (da 15 a 50 mm di spessori da ricostruire).
Viene classificata come mediamente degradata una struttura in cui i problemi di ammaloramento comportino la rimozione e la sostituzione di spessori consistenti di calcestruzzo (da 1,5 fino a 5 centimetri) coinvolgendo i ferri d’armatura. La responsabilità del degrado può essere attribuita a numerosi e prolungati cicli di gelo/disgelo, avanzati fenomeni di corrosione, da reazioni chimiche espansive, da problemi di erosione in strutture idrauliche e anche da azioni meccaniche rilevanti.
La necessita di rimuovere spessori di calcestruzzo consistenti può derivare anche dalla presenza di strati di materiale contaminato da carbonatati o cloruri.
In questi casi, dopo la rialcalinizzazione dei supporti (CONSILEX SAN) e la passivazione dei ferri d’armatura esposti (REPAR MONOSTEEL o REPAR STEEL), i metodi utilizzati per il ripristino consistono in: applicazione di malte strutturali tixotropiche mediante spruzzatura con idonee pompe (REPAR TIX HG SB) o a mano (REPAR TIX HG), con cazzuola e frattazzo, quando si interviene su elementi strutturali verticali o all’intradosso di elementi orizzontali; diversamente, quando si interverrà all’estradosso di elementi orizzontali, oppure su applicazioni entro cassero, sarà conveniente utilizzare malte strutturali colabili (GROUT 6).
Successivamente, le superfici ripristinate dovranno essere opportunamente rasate per uniformarle con le superfici rimanenti, non ripristinate (REPAR SM o REPAR SM BIC).
La protezione finale sarà successivamente realizzata con idonei prodotti vernicianti, protettivi, idrorepellenti (PROTECH WAC-T).
Struttura in calcestruzzo profondamente degradata (da 50 a 100 mm e oltre di spessori da ricostruire).
Qualora i fenomeni descritti per le strutture mediamente degradate interessino spessori di calcestruzzo da ripristinare superiori ai 5 centimetri, dovranno essere utilizzati specifici prodotti altamente performanti contenenti aggregato dal diametro massimo intorno ai 6 millimetri (betoncini). All’aumentare degli spessori d’intervento (oltre i 10 cm) sarò opportuno integrare i betoncini sopra menzionati con ghiaietto siliceo in granulometria 6-10 mm aggiunto in proporzione del 25%-30%.
Con questi spessori d’intervento, quando si interviene all’estradosso di elementi orizzontali, dopo la rialcalinizzazione dei supporti (CONSILEX SAN) e la passivazione dei ferri d’armatura esposti (REPAR MONOSTEEL o REPAR STEEL), i metodi d’intervento che vengono utilizzati sono quasi esclusivamente quelli relativi alla messa in opera, in apposite casseforme, di malte cementizie colabili, anti-ritiro (GROUT 6); l’incamiciatura quando si ripristinano elementi strutturali verticali o si interviene all’intradosso di elementi orizzontali.